Un servizio in crescita quantitativa e qualitativa
Le esperienze più significative realizzate nella zona fiorentina hanno visto come protagonista l’Azienda ospedaliera Meyer, che ha operato soprattutto per i bambini in tenera età.
Si è resa però necessaria anche un’azione rivolta agli studenti più grandi che frequentano una scuola secondaria superiore. L’adolescenza è di per sé un’età difficile – Rousseau la definisce “una burrascosa rivoluzione” – e in questa fascia si registra il più alto tasso di disagio e di abbandono scolastico, si rende pertanto urgente un intervento programmato e coordinato di aiuto e di supporto a quei giovani degenti già interessati da processi di crescita della persona e di formazione delle identità difficili da gestire. E’ l’età del primo motorino e della prima automobile, con cui si sfida tutto e tutti alla ricerca di un altrove sempre difficile da definire, ma esaltante da provare. E’ l’età dei disastrosi “incidenti del sabato sera”, frutto di micidiali mixage di alcool e droghe, azzardo e incoscienza, da provare per sentirsi parte del gruppo e leader del gruppo. E’ l’età in cui i confini ci sono, ma per essere scavalcati. Ci sono poi le attività sportive ormai pervasive del cosiddetto “tempo libero” che è sempre meno libero. Anche i disturbi legati all’alimentazione si moltiplicano, così gli ospedali si popolano di genitori angosciati e di giovani traumatizzati nel corpo e nello spirito da incidenti e problematiche esistenziali. La situazione di disorientamento e di disagio diventa davvero complessa.
Intervenire per accogliere e per aiutare è apparso quindi molto importante sia al Ministero della Pubblica Istruzione, che ha attivato iniziative investendo le sue strutture operative regionali, sia alla Regione Toscana che insieme hanno destinato risorse e stipulato specifici protocolli d’intesa. La Direzione Scolastica Regionale, l’I.R.R.E. della Toscana (adesso nucleo territoriale dell’Agenzia Nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica), gli Assessorati alla Salute e alla Pubblica Istruzione, in concerto con le Aziende Ospedaliere, si stanno prodigando affinché il diritto allo studio – o meglio il diritto al successo scolastico – non sia solo enunciato sulla carta, ma sostanziato in concrete azioni di intervento in ambito ospedaliero e domiciliare.
Si è pertanto formata una rete di scuole per fornire i docenti che si sono dichiarati disponibili a intervenire sia nell’ospedale sede del ricovero, sia nelle abitazioni. Queste scuole svolgono anche un’importante azione di accoglienza ospitando gli studenti provenienti da residenze lontane e che debbono soggiornare nella città sede della struttura ospedaliera che li cura.
Nella rete e in particolare nella scuola capofila è presente un docente con un semiesonero dall’insegnamento con il compito di coordinare le attività. E’ importante garantire un intervento didatticamente qualificato e non una semplificazione dei contenuti dei programmi scolastici. Molta attenzione è stata ed è dedicata all’individuazione dei nuclei fondanti delle discipline, alla costruzione di curricoli che comprendessero il meglio e non una riduzione dei saperi disciplinari, guardando in prospettiva le competenze ritenute essenziali dal Consiglio d’Europa per la formazione del cittadino.
I percorsi di apprendimento individualizzato sono quindi organizzati in modo approfondito grazie al contributo di diverse professionalità: medico-specialistiche, didattiche, psicologiche e neuropsichiatriche. Questo incrocio di competenze è indispensabile per tracciare un quadro esaustivo della situazione dell’alunno e delineare interventi adeguati al superamento di crisi spesso davvero complesse.
Nel passato anno scolastico sono stati circa cinquanta gli insegnanti provenienti da scuole di ogni ordine e grado che hanno partecipato a una specifica azione di formazione su questi temi, studiando anche le opportunità offerte dall’impiego delle nuove tecnologie.
Un tratto caratteristico della realtà toscana è anche quello di avere a disposizione molti insegnanti volontari appartenenti a ogni ordine di scuola e ciò ha reso possibile maggiori risposte al numero delle richieste di intervento, ma ha posto anche il problema di una programmata integrazione fra istituzioni e associazionismo.
La prospettiva è quella di allargare il numero degli accordi, delle scuole, delle disponibilità dei docenti e delle Aziende Ospedaliere, per costruire un servizio integrato ancora più efficace, capace di sostenere una domanda purtroppo sempre crescente in questo delicato settore dell’istruzione.