L’estate del 1998 ci porta in un mondo sognato e cantato, in Uzbekistan, alla ricerca della mitica Samarcanda sulla via della seta, la città di Tamerlano, di suo nipote Ulughbek e degli Shaybanidi uzbeki, che insieme fecero di questo luogo l’epicentro economico e culturale dell’Asia centrale nei secoli XIV e XV. E’ una festa di colori fra moschee, madrase, minareti e bazar, con in mente la canzone di Vecchioni che tutti abbiamo un po’ cantato.
“…non è poi così lontana Samarcanda,
corri cavallo, corri di là…
ho cantato insieme a te tutta la notte
corri come il vento che ci arriverà
oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh cavallo oh oh”
Una sorpresa per gli occhi, dopo il blu di Samarcanda e il marrone di Bukhara, la città dei tappeti, sono le piastrelle turchesi dell’Ichon Qala, la cittadella cintata all’interno di Kiva, contornata da frutteti e piantagioni di cotone. Lasciato l’Uzbekistan ci aspetta il mare della Turchia e quel gioiello di Istanbul: la Moschea di Santa Sofia, la Moschea Blu il palazzo Topkapi… il tramonto sul Bosforo.