Isola di Afrodite e terra di passaggio per Greci, Fenici, Assiri, Egiziani, Persiani, Romani, Crociati e…

20130101_161629

Premessa

Uffa! “O ‘un ve l’aveo già detto”: Cipro mi mancava, punto e basta! Direbbe proprio così il mio piccolo-grande Alessandro e aggiungerebbe anche che siete “duri come una pina verde…”.
Sì, si scommette su Cipro, anche perché è consigliabile visitarne le viscere durante il periodo invernale, con il suo invidiabile clima mediterraneo, con i suoi 16-20 gradi, tanto accattivante da meritare di essere eletta, da Afrodite, propria dimora.
Una proposta davvero convincente, cosicché incontra il favore di ben 12 amiche ed amici. Sandra, come sempre, s’impadronisce dell’itinerario, da me prospettato ed approvato, addirittura, all’unanimità. Ottima partenza, anche perché, proprio Sandra, riesce a prenotare a prezzi assolutamente imbattibili sia il volo aereo (Roma – Larnaka), che i necessari tre alberghi: 350 euro il volo e 50-60 euro la camera doppia, abbondante colazione compresa.

28 dicembre

Di buon mattino, io e Sandra ci indirizziamo verso Sesto Fiorentino per incontrare Vanna; Gigi e Carla transitano da Firenze ed Arezzo per Maria Teresa e Pina; mentre Sergio e Costanza battono in direzione Maremma per “imbarcare” Augusto, dopo aver fatto accomodare Eva e Giuseppe.
Si raggiunge Fiumicino con perfetta puntualità, si consegnano le auto ai gestori del parcheggio, che, giustappunto, ci raggiungono direttamente in aeroporto e dunque, senza alcun spreco di tempo, siamo già pronti per la partenza. Anche l’aereo decolla in perfetto orario e nel primo pomeriggio (dopo un rapido scambio ad Atene e cinque ore di volo) si atterra a Larnaka, sede del più frequentato aeroporto internazionale.
In quattro e quattrotto si ritirano le “nostre” tre auto, con le quali prontamente si raggiunge l’hotel, posto sul lungomare, esattamente al centro della città.
Intanto io mi sono già aggiornato relativamente al corso del Consiglio del Circondario (che proprio stasera dovrà approvare il Bilancio 2013) e ho già risposto ad una telefonata dell’amica, nonché giornalista del Tirreno, Lucia Aterini che mi ha chiesto quale era secondo me il nome del personaggio toscano del 2012, indicandole Virgilio Sieni.
Una volta sistemati nelle nostre camere, non resta che una passeggiata nel centro storico, necessaria anche per indirizzarci verso il ristorante “1900 Art Cafè”, una scelta davvero indovinata, a partire dalla splendida atmosfera, dalla fresca accoglienza giovanile, dalle curiosità distribuite sulle pareti tappezzate da stampe e dipinti, dalla distribuzione di libri in ogni dove e persino nella toilette. La gestione è in mano a giovani ragazze e ragazzi, gran parte dei quali hanno intrattenuto interessanti rapporti con alcune città italiane, come Venezia e Perugia. Un menù gradevole, a partire da alcuni curiosi piatti vegetariani.
La soddisfazione è generale, così come quella di affidare alla migliore esperta la gestione della cassa comune. Provate ad indovinare e ditemi se questa responsabilità poteva ricadere su qualcuno o qualcuna diversa da Costanza.
La serata potrebbe considerarsi conclusa, se non ci restasse di percorrere un tratto del vivace lungomare, ancora molto frequentato, specialmente da giovani che affollano bar, birrerie e piccole trattorie. Una di queste ultime espone un menù davvero intrigante, dato che insieme alle tante varietà di salad, ne indica una intitolata “BERLUSCONI SALAD”. L’esplosione di una fragorosa risata è naturalmente giustificata, tanto da contagiare anche la nostra carissima Maria Teresa, che non ho ancora capito se abbia o meno tenuto aggiornato il nostro mitico Damis di questa magica opportunità.
Si comincia a provare giustificata stanchezza, dunque un rapido saluto ed una forte raccomandazione a rispettare l’orario della colazione, previsto per le ore 8.00.

29 dicembre

La mia raccomandazione è letteralmente rispettata, tanto da scambiarci il “buongiorno” alle 7.30, puntualmente a colazione. La prima meta è riservata al Forte di Larnaka, che si raggiunge percorrendo (lungomare) lo splendido “Palm Trees Promenade”. Un Forte medievale, che oggi ospita il Museo Distrettuale, che purtroppo non abbiamo il tempo di visitare, indirizzati verso la Chiesa di San Lazzaro, amico di Gesù, diventato primo Vescovo della città, considerata come patria di adozione.
Una chiesa magnifica, costruita in pietra nel IX secolo. Vi si dedica una visita molto attenta, prescrutando gli angoli più remoti, quando finalmente insieme a Sandra, Pina e Vanna scopriamo la tomba di Agios Lazaros, mentre MariaTeresa e Carla si attardano intorno al Santuario. Augusto si concentra di più sul documentare il fascino dei porticati, prima di ricompattarci e insieme accendere il motore delle nostre auto, diretti verso le spiagge di Agia Napa, incontestabile paradiso per gli amanti del mare, dove ben 23 spiagge sfoggiano in alto la loro “Bandiera Blu”.
A Cipro si circola a sinistra, ma senza alcuna difficoltà, anche se io e Sergio riusciamo subito ad urtare e frangere lo specchietto sinistro dell’auto. Si circola tranquillamente, anche perché in questo periodo il traffico è scorrevole, le strade sono curatissime e tutte (comprese le autostrade), senza pedaggio.
Serve poco più di un’ora per raggiungere la punta di Capo Greco, un’oasi di vera pace, con i suoi mulini a vento e le sue minuscole chiese bizantine che trasmettono un preciso senso di mistero. Ci soffermiamo ad apprezzarne l’intero contesto, prima di dedicare ad Agia Napa, la “capitale” della regione, il tempo necessario per ammirare l’incantevole Monastero medievale stupendamente decorato, insieme al suo chiostro che, appena attraversato, ci conduce direttamente all’interno del piccolo porto. Le maestre e i maestri del gruppo, impazziscono letteralmente ed ancora una volta serve la mia “imposizione” perché si possa riprendere il corso del viaggio. Verso dove? Eh! Niente popò di meno che verso la nobile Moschea Hala Sultan Tekkesi, distesa sulle sponde del Lago salato, uno dei più importanti habitat per gli uccelli acquatici in Europa. Una Moschea che rappresenta uno dei luoghi di culto più sacri per i Musulmani, subito dopo la Mecca, Medina e Gerusalemme.

L’apprezzamento è commentato con la formazione di capannelli, come quello con Sandra, Eva, Costanza e MariaTeresa, mentre chi ha voglia di arricchire il proprio archivio fotografico, “ce n’ha da fà e santificà”. Hala Sultan significa in turco “Grande Madre”, in omaggio a Umm Haram, presunta zia di un certo profeta Maometto.
Siamo ormai a metà pomeriggio e non essendoci appesantiti (come io sono solito consigliare) di pranzi abbondanti, ci possiamo permettere di salire sulle colline dell’appassionante sito archeologico, di stagione neolitica, che si intitola Choirokoitia.
Una rapida deviazione e siamo sulla strada verso Lefkara, il più rinomato centro produttivo di merletti, pizzi e ricami. Un villaggio a dir poco graziosissimo, capace di attrarre l’interesse di ognuno di noi, ed ancor prima di noi anche di un certo Leonardo da Vinci, che si dice (e sarà sicuramente così!) sia giunto fin qui per acquistare una tovaglia di pizzo da altare.
Il pericolo più rischioso che si possa correre attraversando il villaggio è che si possano smarrire le nostre compagne, penetrate tutte quante all’interno di questi convincenti laboratori d’arte. Servirà un po’ di tempo, infatti, per ricompattare il gruppo, specialmente quando dobbiamo recuperare Pina, MariaTeresa, Sandra e Costanza, poi finalmente rinvenute senza aver, per fortuna, accumulato troppi debiti nelle banche cipriote.
L’intensa giornata potrebbe dirsi conclusa, se non avessimo ancora da intercettare l’Hotel ed un buon ristorante. E se finora fra noi autisti (Alfiero, Gigi e Sergio) l’intesa è stata perfetta, alla periferia di Lemesos (la città dove pernotteremo due notti), Gigi prende una diversa direzione, anche se poi, in sostanza, si raggiunge l’Hotel quasi contemporaneamente. Serve il tempo per depositare i bagagli, per contestare un po’ la deficitaria sistemazione di alcune camere e poi subito in città, raggiungendo il centro storico con il gentile aiuto di un taxista.
Si consuma la cena in un raffinato ristorante, specializzato nel cucinare pesce. Un relax che ci consente di riprendere fiato, di scambiarci impressioni che tutti quanti decliniamo come affascinanti.
Non vi ho ancora parlato del costo della vita a Cipro. Ebbene, si tratta di un costo assolutamente abbordabile, tanto che anche una squisita cena a base di pesce non supera 17 euro, vino compreso, peraltro niente male.
Per oggi, basta così! Si rientra in fretta, percorrendo il lungomare senza alcuna difficoltà, parcheggiando di fronte all’Hotel e salutandoci con un’affettuosa buonanotte.

30 dicembre

Lemesos è la seconda città di Cipro, ma soprattutto il punto di partenza ideale per alcune delle escursioni più incantevoli. Consumiamo la colazione in una sala “riservata”, tutti accomodati allo stesso tavolo, dove anche i ritardatari cominciano a svegliarsi, aiutati dagli incoraggianti raggi di sole che filtrano, curiosi, dalle spaziose finestre. Siamo pronti! E mentre MariaTeresa, Carla ed Augusto ripongono le proprie scorte culinarie, io, Sergio e Gigi condividiamo i tratti dell’avventura quotidiana.
L’antica Kourion (nelle vicinanze di Lemesos) rappresenta uno dei più (forse, addirittura il più) significativi siti archeologici di Cipro. Una vera e propria città-stato, arroccata su una strategica collina a picco sul mare, che mette in seria difficoltà la nostra attenzione, combattuta fra il doversi concentrare più sul fascino del paesaggio o sulla storia di questa magnifica città, affacciata sull’oceano. Insieme a Giuseppe, Augusto e Pina, mi attardo soprattutto a scarpinare sui gradoni dell’anfiteatro greco-romano, ancora oggi sede prestigiosa di spettacoli teatrali e musicali. Sandra, Costanza e Vanna prendono impegno per tornare, in futuro, a godersi una spettacolare rappresentazione.
Ci prendiamo il tempo necessario per ispezionare l’intera, antica Kourion, sparsi qua e là, attratti ognuno dalle testimonianze che più ci incuriosiscono: la Basilica paleocristiana con i suoi preziosi mosaici pavimentali, la Villa di Eustolio, anch’essa dotata di variopinti pavimenti in mosaico, la Casa dei Gladiatori, che conserva mosaici raffiguranti gladiatori, sia in allenamento che in vero e proprio combattimento.
I nostri solerti incaricati di documentare fotograficamente ce la mettono tutta, ma per quanto particolarmente estrosi, non riusciranno (fino a prova contraria, s’intende!) a rappresentare compiutamente la spettacolarità della quale siamo stati beneficiati.

Cipro, isola di AFRODITE, la DEA (sentite) dell’AMORE e della BELLEZZA. Ma che si vuole di più!? La mitologia ci ricorda che proprio a “Petra tou Romiou”(la roccia di Venere), uno dei tratti più sorprendenti del litorale cipriota, nacque la Dea, emergendo dalle acque del mare.
Una tappa che nessuno intende trascurare, posta fra Lemesos e Pafos, lungo un tragitto semplicemente suggestivo. Una celebre spiaggia dove ci avventuriamo in modo disteso, felicemente soleggiata dagli almeno 18-20 gradi che questa stagione ci regala.

E’ troppo facile annegare nell’amoroso romanticismo che la Dea è capace, miticamente, di ispirare; fa presa anzitutto sulla predisposizione delle nostre signore, un po’ anche su qualcuno di noi, mentre io ne approfitto per impadronirmi della dovuta dose di sabbia, atta ad arricchire ulteriormente la collezione delle tante raccolte, operate su tutti i mari dei diversi Continenti.
E’ tempo di concederci mezz’ora di relax e attraverso un sottopasso autostradale ci si immette in una caffetteria. Un’ambita sede di ritrovo, dove (così il caso vuole!) incontro un italiano di origine romana, residente in Piemonte, che dice di essere solito transitare dalla nostra Valdelsa e dove, nella mia mitica Certaldo, ha talvolta fatto addirittura spesa alla COOP. Quando si dice il caso!
Siamo prossimi a raggiungere Pafos, anche per l’accelerazione di Gigi e Sergio. Sandra e Costanza, insieme a Vanna e Pina, tentano di selezionare le priorità da inserire nel programma delle possibili visite. Il Parco archeologico di Kato Pafos ha per fortuna la precedenza. Tentiamo di impadronircene, anche se non senza difficoltà, dati i complicati riferimenti segnaletici. Augusto ci aiuta a definirne l’orientamento, privilegiando le Ville romane, impreziosite da meravigliosi pavimenti a mosaico ben conservati. Stiamo parlando di Casa Dionisio, Casa Teseo, Casa Aion, Casa Orfeo, che raffigurano scene della mitologia greca, veri e propri capolavori d’arte musiva.

La visita alle Tombe dei Re è un’occasione altrettanto prestigiosa per documentarci sulla storia di questo Paese. MariaTeresa si riposa insieme a Sandra, mentre altri scendono ad invadere la monumentalità di queste tombe sotterranee, scavate nella dura roccia nel III secolo a.C.
Un’intera giornata dedicata alla storia, alle tradizioni culturali dell’archeologia antica, che ci prende così tanto da impedirci di arrivare in tempo per visitare il Forte Medievale di Pafos.
Un vero peccato, soprattutto dopo averlo accerchiato camminandovi intorno, senza però poterlo penetrare. E’ posto in posizione strategica sul lungomare, con il compito affidatogli dai Bizantini di proteggere il porto. Non resta che dispiegarci all’interno del porto cittadino, un quartiere dov’è piacevole combinare una comune passeggiata, magari chiacchierando del più e del meno, soffermandoci a perlustrarne qualche anfratto, a scambiarci impressioni sugli usi e costumi di questi nostri compagni europei, abbastanza spostati verso oriente.
Si è fatto completamente buio e noi abbiamo almeno 100 chilometri per rientrare a Lemesos. Stremati, si riprende rapidamente per il rientro, accogliendo la proposta di Sandra, Costanza e Vanna di tentare, stasera, l’ottima reputazione del ristorante “Dino Art Cafe”. Un’ottima prova, sia per le sue pantagrueliche insalate che, soprattutto, per la sua atmosfera, per le decorazioni che impreziosiscono l’arredo complessivo della sala, dove ci accomodiamo per una deliziosa degustazione.
Lemesos ci ha ospitato senza riserve, così come nel Medioevo ebbe modo di ospitare il matrimonio di Riccardo Cuordileone con Berengaria di Navarra, che incoronò regina d’Inghilterra.
Non so se il paragone sia in grado di reggere, ma a noi basta così, anche perché domani mattina abbiamo presto la sveglia, diretti verso la Capitale, attraverso i monti Troodos.

31 dicembre

Il 31 dicembre è di per sé un giorno particolarmente atteso. Lo è ancor più oggi per noi, che abbiamo da attraversare i Monti Troodos. Una catena imponente che tiene insieme foreste idilliache, curiosi villaggi e chiese bizantine, nove delle quali sono addirittura incluse nella lista ufficiale del patrimonio mondiale dell’Unesco. Vi pare poco? Non vi sembra sufficiente per giustificare la nostra attesa? Su, via, andiamo! Tutti in auto e rapida partenza, dato che a Cipro non siamo venuti per vacanza, ma per documentarci della sua ricca tradizione storica.
S’imbiffa immediatamente la direzione giusta e la prima visita è dedicata al Monastero di Trooditissa, immerso in un declivio incantevole, ricco di una fitta piantagione di pini. Serve tutta la nostra maestria per vincere i controlli e visitare il Monastero, di norma chiuso al pubblico. La sua notorietà è dovuta alla custodia di un’icona miracolosa della Vergine, che si dice contribuisca ad aiutare tutte le aspiranti mamme.
La strada si inerpica verso il centro del massiccio: Troodos, appunto. Una terrazza panoramica che spiove su più di un lato, attrezzata per i più diversi servizi turistici, proprio perché da qui si dipartono i percorsi diretti verso le più varie destinazioni. L’occasione è giusta sia per gustare un caffè sia, per i più, deliziare anche i panini preparati durante la colazione. Alcuni di noi (io, Giuseppe, Carla, Gigi…) ci concediamo una breve introspezione all’interno del borgo, pesticciando l’avvio dei sentieri che si dirigono verso le ripide alture. Questa è anche l’occasione per esplicitare la più convinta soddisfazione per le molteplici opportunità che questo Paese dispone.
Il monte Olympos, la vetta più alta, si trova nei pressi e noi lo costeggiamo, perché diretti verso Pedoulas. Un altro avvincente palcoscenico che consente di distenderci sull’intero panorama della fertile Valle di Marathasa. Un villaggio dove si possono apprezzare gli affreschi della Chiesa dell’Arcangelo Michele, insieme a icone e manufatti, esposti nel Museo Bizantino e provenienti da numerose chiese della regione. Sandra, Costanza, Carla e Vanna ne approfittano anche per curiosare all’interno di una graziosa bottega artigiana.
E’ impossibile concederci di visitare tutto il ricco patrimonio che i Troodos dispongono, così come sarebbe ingiustificato mancare quella ad uno dei Monasteri più rappresentativi: quello di Agios Ionnis Lambadistis, malgrado le difficoltà per raggiungerlo, data l’interruzione del ponte di accesso. Si allunga il percorso, ma merita davvero. Un complesso di tre chiese ed una cappella latina, tutte quante decorate da affreschi molto intensi, risalenti al XII e XIII secolo.
Il sole è tramontato e la fine dell’anno ci attende. Ma dobbiamo raggiungere Nicosia, dalla quale ci separano non pochi chilometri. Mi si propone di guidare la corsa e tutto fila liscio, fin quando si giunge alla periferia della capitale. Non è facile orientarci e riscontriamo non poche incertezze e difficoltà. Ognuno di noi tenta di indovinare il percorso più idoneo, consultando le carte e ponendo domande ai passanti. Non è stato facile, anche perché la segnaletica stradale è spesso troppo approssimativa. La pazienza regge abbastanza, fino a quando si sceglie di orientarci comunque verso il centro della città, viaggiando semplicemente a caso. Ed è proprio per caso che ad un certo punto, stregato dalla fortuna, mi fermo per entrare a chiedere in una farmacia, dove scopro che (appunto casualmente) l’Hotel Asty si trova soltanto a qualche centinaia di metri, ovvero curvando a sinistra, appena raggiunto il semaforo.
Dell’accoglienza ricevuta e praticata parleremo nei giorni a venire, intanto è urgente farci prenotare il cenone. Ottima soluzione, sia perché facilmente raggiungibile, sia soprattutto per la quantità e qualità del menù. Quindici piatti abbondanti, serviti durante tre ore (dalle 21.00 alle 24), in un ambiente molto accogliente, composto da una gentilissima gioventù entusiasta. Il nostro gruppo assume il compito di contribuire a rallegrare il più possibile la serata: dialogando, scambiando saluti e cortesia con gli altri clienti, facendosi coinvolgere dalle note musicali del brioso duo che, instancabilmente, ci accompagna per l’intera serata. Ad un certo punto si scopre che qui non è costume brindare con spumante al nuovo anno. A tutto (o quasi!) c’è però rimedio, tanto che, appena fuori dal ristorante, si può acquistarne a volontà e dunque, a mezzanotte, confermare le nostre tradizioni, mettendo in scena una felice contaminazione dei tavoli limitrofi, che molto volentieri salutano con noi il nuovo 2013.
Siete curiosi di conoscerne il prezzo? Ebbene, un vero affare: 20 euro ciascuno.

1 gennaio

Nicosia si caratterizza con il cuore della sua città vecchia, protetta da una possente fortificazione di antiche mura costruite dai Veneziani nel XVI secolo. Un percorso che ci riporta indietro nel tempo, con i suoi angusti vicoli, le sue case ornate dal ripetersi di piccoli balconi, le sue attraenti botteghe artigiane, la sua area pedonale completamente ristrutturata per far rivivere, appunto, l’incantevole atmosfera dell’antica città.
Si entra in città attraverso uno dei suoi fiori all’occhiello: la porta “Famagosta”. Sono già le 11.00 e si decide (democraticamente) di dedicare l’intera giornata alla visita della parte turca della città. Sì, ho detto bene, la parte occupata dai turchi nel 1974. Nicosia rimane infatti l’unica capitale al mondo ancora divisa da un muro, la cosiddetta “Linea Verde”.
Si tratta, dunque, di attraversare una dogana, anche se con modalità non troppo complicate. Oggi i musei sono chiusi, restano aperte invece le chiese e le numerose moschee.
La moschea di Selimye rappresenta sicuramente il monumento più significativo. La visitiamo dedicandole il tempo necessario, apprezzando all’interno il suo impianto gotico, ma anche le sue tipicità di origine islamica.
Il centro storico vive in uno stato di vera e propria incuria, anche se non mancano segnali architettonici che potrebbero e dovrebbero essere opportunamente valorizzati. Un vero peccato, che tuttavia non frena la nostra imperiosa curiosità, che ci accompagna all’interno degli angusti meandri.
Stamani, causa l’abbondante cena, nessuno si è troppo avventurato ai tavoli della
colazione e dunque è giustificata una breve sosta per consumare qualche stuzzichino. Lo si fa in una simpatica bettola, dove (ancora il caso vuole) la Pina incontra una sua “antica” conoscente ed amica di Arezzo.
Chi ci conosce sa perfettamente che la ricerca delle curiose novità rappresenta per noi una prerogativa essenziale, specialmente in occasione del “viaggio” e delle sue possibili prestanze. Va poi aggiunto che (naturalmente) l’interesse verso la curiosità infervorisce chi più e chi meno. Sandra è indubbiamente inserita nell’elenco dei più. Stasera lo conferma, insistendo per partecipare allo spettacolo della “Danza dei Dervisci”. Un’ottima occasione per scoprire tradizioni che sono solite caratterizzare l’esercizio spirituale dell’Ordine dei Mevlevi.
I commenti sono di ampia soddisfazione, specialmente quelli di Carla, Eva e Maria Teresa, commenti che ci accompagnano verso il ritorno al Checkpoint di Ledra Street, che oltrepassiamo per rientrare al nostro Hotel Asty, dove ci attende il titolare, ovvero l’”amico” Michele.
Sì, carissimi amici, chi di voi avesse intenzione di visitare Nicosia è assolutamente invitato ad accettare il nostro consiglio di soggiornare all’Asty Hotel. Mi è capitato di albergare in diverse centinaia di hotel, ma mai in un hotel di pari accoglienza, cortesia, disponibilità e impeccabile servizio. Proverò ad indicarne un elenco: entrati in hotel, ognuno può gratuitamente servirsi al bar, consumare a volontà, per l’intera giornata, il menù della colazione, approvvigionarsi di quanto necessario per consumare il pranzo (disponendoci, addirittura, dei necessari contenitori); due minibus ci accompagnano in città e tornano a riprenderci; il titolare Michele provvede a farci aggiustare i due specchietti rovinati delle nostre auto, nonché ad indicarci le modalità per prenotare un pulmino per la visita della Cipro turca. L’elenco potrebbe continuare col sottolineare il perfetto clima di armonia e di amicizia che vige al suo interno, insieme all’ invito a consumare, stasera, una tipica cena, gentilmente offertaci da Michele. Non c’è bisogno di troppi convenevoli per convincersi che anche nei giorni successivi merita tornare a consumare in hotel la nostra cena, ovviamente non gratuita, ma quasi, dato che il costo si aggirerà, tutto compreso, fra i 10 e i 14 euro. Sì, tutto compreso, anche se dimenticavo gli apprezzatissimi dolci che Augusto è solito mettere a disposizione (per breve tempo) dell’intera comitiva. Grazie Augusto!

2 gennaio

Stamani, appena mi affaccio alla sala colazione, trovo tutti impegnati a riempire panini di tutto e di più, naturalmente senza farsi mancare copiose dotazioni di piatti consumati all’istante.
Sono oramai le 9.00 quando ci si mette in moto per visitare la città. E’ giustappunto il nostro Michele che ci conduce in centro, senza mancare di offrirci consigli sulle migliori chiese, musei e monumenti.
Ci si attesta di fronte al Palazzo dell’Arcivescovado per poi procedere alla visita della Cattedrale di Agios Ioannis che incuriosisce tutti quanti, a partire da Sandra, Vanna e Costanza che la perlustrano in ogni suo particolare. E’ interessante soprattutto la sua architettura franco-bizantina, insieme ai dipinti murali che raffigurano scene della Sacra Bibbia. Purtroppo, è invece chiuso il museo etnografico e dunque ci spostiamo nel centro storico per raggiungere il check point di Ledra Street, dove prenotiamo il pulmino per visitare, l’indomani, la Cipro turca. E’ qui che ci si imbatte in un simpatico operatore turistico che conosce perfettamente sia Siena sia Firenze e che ci ricorda i tempi in cui nella Fiorentina giocava (si tratta degli anni ’70) il famoso Kambartù, di origine turca, credo cittadino di Istanbul. Gli presento il nostro Gigi, che di Kambartù sa tutto, essendone stato collega di squadra.
La tappa successiva è riservata al Museo di Cipro, il principale museo archeologico dell’isola. Pina e Maria Teresa si soffermano ad apprezzare gli oggetti in terracotta del Bronzo Antico, mentre le cugine Sandra, Eva e Costanza si attardano a tentare di interpretare alcuni documenti tipici della cultura cipriota. Insieme a Sergio ed Augusto si ispeziona in particolare l’esposizione dei gioielli e delle monete e poi tutti quanti ci ricongiungiamo al cospetto della statua di Afrodite, dove già soggiornano Carla, Vanna, Gigi e Giuseppe.

Si comincia ad essere interessati da un po’ di stanchezza, ma non possiamo che cedere alle insistenze di alcune delle nostre curiose signore, che decidono (autorevolmente) di intrattenersi all’interno di una sorta di “Caravanserraglio”, dove non mancano di investire in alcuni pregevoli acquisti.
Il nostro amico Michele ci sta pazientemente (com’è loro, innato costume!) aspettando, essendosi assunto il gradito compito (sicuramente per noi) di ricondurci in Hotel, dove possiamo sorseggiare un ottimo aperitivo, distesi finalmente sui comodi divani della reception.
La cena è servita con piatti assolutamente tipici, ovvero improntati a “meze”, che significa “piccole squisitezze”. Un’impresa difficile da superare, specialmente per chi come me non accetterebbe mai di saltarne soltanto una. Un insieme abbondante di verdure, olive, formaggi, carne, frutta e dolci. Sì, “piccole squisitezze”, ma così numerose da rendere davvero arduo il compito di gustarle tutte.
Nessuno di noi, tuttavia, si dispera, anche perché si tratta dell’ultima fatica della giornata, prima di complimentarci con l’amico Michele (con il quale confabula soprattutto Costanza), ringraziare il personale di servizio ed augurarci una meritata buonanotte.

3 gennaio

Abbiamo già avuto modo di assaggiare un pezzo di Cipro occupata dai turchi. Oggi vi dedichiamo un’intera, intensa giornata, dopo esserci dotati di un pulmino, dato che le nostre auto non disporrebbero delle dovute norme assicurative.
Sono appena le 8.00 quando l’ormai “sbandierato” Michele ci trasporta alla Ledra Street, dove ci attende l’autista con un ampio pulmino da 20 posti, al costo di 300 euro per l’intera giornata.
Tutto funziona alla perfezione e la prima direzione è verso la città di Famagosta, che per quanto sia stata privata, dopo l’invasione turca del 1974, del suo ruolo di avamposto per lo sviluppo turistico di Cipro, a noi si presenta comunque come una risorsa storico-architettonica di particolare pregio. Abbiamo il tempo di visitare soprattutto la Cittadella, o Torre di Otello, giacché pare che proprio qui Shakespeare vi abbia ambientato il suo “Otello”. Uno spazio che incuriosisce tutti quanti e soprattutto gli addetti alla documentazione fotografica (Sandra, Augusto), mentre Pina, Carla e Giuseppe si affacciano sulla baia e noi ci godiamo l’andirivieni dei sentieri ombreggiati dalle numerose torri.
C’è ancora un po’ di tempo per una breve introduzione nel cuore del suo centro storico, posto al riparo degli imponenti bastioni delle Mura Veneziane, dove abbiamo la fortuna di poter visitare la Moschea di Lala Mustafa Pasa.
La meta successiva è l’ambita visita all’antica Salamina. Un’indiscutibile perla, autorizzata a raccontarci la storia di tutta Cipro, fin da quando, nel VI secolo a.C., oltre a battere moneta propria, riuniva intorno a sé la più autorevole comunità di filosofi e poeti dell’epoca.

I tre siti più significativi sono il Teatro, l’Anfiteatro e il Ginnasio. Il Teatro è spettacolare, sia per la posizione scenica che per la sua perfetta armonia. Pensate, poteva contenere fino a 15.000 spettatori, tanti erano allora gli appassionati di quest’arte. Si scorrono su e giù le numerose gradinate, per poi dirigersi all’Anfiteatro, dove ci attendono Maria Teresa e Vanna. Sergio e Giuseppe si sono già incamminati verso il Ginnasio, insieme a Carla e Gigi. La scommessa di ognuno è riservata a tentare di individuare la reale postazione delle varie attività: frigidarium, piscine, calidarium, sudatorium, prefurnium. Insomma, si cerca di fare del nostro meglio, senza dover dimostrare di averci indovinato.
La direzione prossima è verso la costa nord, stabilendo una tappa per la visita di uno dei tre castelli della Catena di Kyrenia: quello di Buffavento. Sandra è affranta da una particolare stanchezza e dunque noi rinunciamo all’avventura di arrampicarci sulla rocca, dalla quale, ci viene riferito, si domina un indimenticabile panorama.
L’imponente Castello di Kyrenia chiude il nostro programma nella Cipro turca. Affacciato sul mediterraneo, testimonia la storia dell’epoca bizantina. Il piccolo porto che lo circonda suggerisce un’escursione, che avrebbe potuto magnificare tutto il suo curioso fascino se avessimo potuto dedicargli il tempo che merita. Purtroppo dobbiamo riprendere la via del rientro e soltanto alle 19.30 siamo al posto di frontiera, ormai noto come Ledra Street. E’ qui che, ancora una volta, si è “raccattati” e ricondotti (mal ridotti!) in hotel a consumare una cena, stasera, vegetariana.

4 gennaio

Durante la colazione definiamo gli opportuni particolari per svolgere al meglio gli ultimi scampoli del nostro viaggio. Chiariti gli aspetti più pratici, è accolta la mia proposta di puntare alla scoperta dell’Antica Tamassos, già citata (prima di me) da Omero, nella sua Odissea. Una città-stato dell’antichità, famosa per la sua dotazione di minerali di rame, ma soprattutto per aver ospitato le Tombe Reali, oggi riportate alla luce. Dobbiamo conquistare la cima di una collina, nei pressi del villaggio di Politiko.
E’ necessario prenotare e subito si è gentilmente accolti. La visita ci impegna per non più di mezz’ora, dato che le tombe degne di essere particolarmente interpretate sono soltanto due.
La curiosità che più giustifica la nostra escursione è tuttavia riservata al Convento di Agios Irakleidios, dove si è ricevuti in pompa magna dalle suore della custodia, che da buone “imprenditrici” riescono anche a rendere positivo il bilancio del loro bistrò, dove commerciano prodotti tipici, sia alimentari che di artigianato artistico.
La storia ci ricorda che quando San Paolo e San Barnaba giunsero a Cipro, furono guidati a Tamassos da Irakleidios, che più tardi ordinarono vescovo della città. Il monastero dispone di poche, ma illuminanti sale, i cui affreschi ed icone ripercorrono le sue varie epoche, dal 400 al 1800. Sono visitabili anche le reliquie di sant’Irakleidios, che proprio qui subì il martirio e dunque sepolto nella grotta dove aveva vissuto e predicato.
A metà pomeriggio si rientra, anche per organizzare al meglio le tappe del nostro rientro.
L’amico Michele ci attende nella hall dell’Hotel, pronto ad offrirci il quotidiano aperitivo, rilassati sui comodi divani che stasera saluteremo. E’ l’occasione per scambiarci indirizzi, per farci promesse e soprattutto per impegnarci a “propagandare” positivamente l’accoglienza e i servizi offertaci, confermando così la convinzione che l’ “…ospitalità dei ciprioti (e soprattutto di Michele e dell’Hotel Asty) è, a dir poco, contagiosa…”.
Stasera, la cena è improntata su un menù vario, dove si può gustare di tutto: piatti più o meno tipici, vegetariani, a base di carne e formaggio. E per chiudere la serata (e anche, purtroppo, il viaggio) si cede, ancor più abbondantemente del solito, alla “zivania“, che Sergio propaganda come se fosse pagato. Un ottimo liquore, che si avvicina abbastanza alla nostra grappa.
Dopo aver consegnato a Michele un po’ di mancia per le maestranze della cucina, ci salutiamo calorosamente.