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Da lettrice appassionata ho conosciuto fin dall’adolescenza le opere di Dacia Maraini e soprattutto L’età del malessere e La storia di Piera. Ma ho incontrato Dacia a Certaldo, in occasione di un’iniziativa organizzata dal comune amico Primo Poli, grande bibliofilo e divulgatore di libri.
Stavo raccogliendo la vita di Carla Corso e stavo lavorando a quel materiale.
Dacia mi ha incoraggiato consigliandomi di leggere Memorie di una ladra, libro che non avevo ancora assaporato. Ricordo la nostra conversazione fitta fitta mentre passeggiavamo per la campagna certaldese; bevevo tutto ciò che mi diceva.
Quando nacque Ritratto a tinte forti e Roberta Mazzanti le chiese di scrivere l’introduzione, Dacia accettò offrendo così un importante contributo allo straordinario successo che ebbe e che ha ancora adesso questo libro.
Molte presentazioni l’hanno vista presente.
Nel 1993 scrissi una recensione di Attraverso Bagheria per la rivista Ossimori.
Quando uscì il mio Lettere dal limbo mi invitò a presentarlo a RAI 2 nella trasmissione che in quel periodo conduceva Io scrivo, tu scrivi.
Nel dicembre del 2004 la giuria del Premio Letterario Castelfiorentino, di cui faccio parte, le ha assegnato il Premio Castelfiorentino alla carriera.
Ma il libro che mi ha affascinato di più e sul quale ho lavorato più a lungo e volentieri è stato La lunga vita di Marianna Ucria, che ha costituito l’oggetto del contributo scritto per L’ascolto del testo, a cura di Sandra Teroni, dal titolo Arte come riparazione: Artemisia e Marianna Ucria.
Abbiamo lavorato molto con le scuole per il suo libro Passi affrettati, perché l’impegno contro la violenza alle donne è stato un punto fermo della sua e della mia vita.
Nel 2010 ho presentato a Firenze il suo libro La ragazza di via Maqueda.
Amata scrittura. Laboratorio di analisi, letture, proposte, conversazioni, dove Dacia Maraini raccoglie preziose indicazioni e consigli per chi ama scrivere, è stato un testo che ha accompagnato molti laboratori nelle varie edizioni di Griseldascrittura.