“Dall’incontro scontro fra un padre padrone e una ragazzina dalla volontà ferrea, decisa a conquistarsi la propria libertà, nasc il destino di Carla, così legato a un progetto di rivalsa e diserzione.” Sono le parole di Dacia Maraini per introdurre la storia di Carla Corso, che in Ritratto a tinte forti ripercorre la sua vita di prostituta nell’Italia degli ultimi vent’anni.
Amante del rischio, insofferente di qualsiasi disciplina e determinata a uscire a ogni costo dalla miseria delle origini, Carla può contare soltanto su se stessa e sceglie con lucidità si mettersi sulla strada. “Ti metti in vendita perché hai bisogno di denaro” dichiara, aggiungendo a nome del Comitato per i diritti civili delle prostitute, che ha fondato insieme a Pia Covre e dicui è presidente: “A noi questo mestiere va bene, non vogliamo farne un altro, vogliamo solo farlo più tranquillamente e con certe garanzie, senza essere continuamente prese di mira dalla polizia e dai benpensanti. Avremmo dovuto investirci del ruolo delle disgraziate costrettea prostituirsi. Il fatto che andavamo a dire: ‘Lo faccio per scelta, voglio poterlo fare ancora’ ha suscitato l’inferno”.
Sandra Landi, che ha sollecitato e valorizzato il talento narrativo di Carla commenta che “parlare di prostituzione spesso suscita disagio; molti, più o meno consapevolmente hanno introiettato il concetto della prostituta corruttrice, a cui si alterna quella della prostituta vittima, ma Carla non rappresenta né l’una né l’altra”.
Solare ed esuberante, ricca di coraggio e autoironia, Carla evade gli stereotipi dell’immaginario collettivo per raccontarci la ‘cultura della strada’.