1984, gemellaggio fra la città di Certaldo, patria di Giovanni Boccaccio e la città di Kanramachi, dove si conservano alcune antiche case di Samuray.
Approfittiamo dell’occasione per una visita privata a Tokyo, Nara e Kyoto, il centro più rappresentativo della tradizione architettonica giapponese con templi situati in mezzo al verde in un’atmosfera indimenticabile. Com’è indimenticabile la vista del monte Fuji, perfetto cono vulcanico che ci rincorre dai finestrini del treno superveloce. Esperienze sorprendenti che vanno dal teatro del No, alla cerimonia del te, ai comici tentativi di consumare i pasti con le tradizionali bacchette e poi l’incontro con il sushi, la tempura, il sashimi e la zuppa di miso…
Talvolta noi italiani abbiamo delle strane idee sul Giappone, anzi sull’oriente in genere: generoso posto remoto, mitico e fiabesco. Le immagini dei ciliegi in fiore, degli antichi templi, di un’arte che attrae e ipnotizza con la diversità delle forme e dei colori a cui siamo avvezzi, si mischiano ai differenti fascini di un civiltà tecnologica invidiabile nella sua efficienza.
Per molti il Giappone è Hiroshima e Nagasaki, simboli dell’atrocità della guerra, capace di generare altre atrocità. Ma
Anche il diluvio
non durò eterno.
Un giorno scorsero
via le acque nere
(…)
Per quei figli così abbiamo fatto
posto nelle scuole e le scuole le abbiamo pulite
e fatta pura la scienza dei secoli
dalla sporcizia antica,
perché servisse loro.
B. Brecht